Anticipo Fondo Pensione

L’idea di accantonare periodicamente una somma di denaro che non dovrebbe essere utilizzata per qualche decennio, crea una certa resistenza nell’adesione alle forme di previdenza complementare. Eppure, i vincoli correlati alla loro sottoscrizione non sono così stringenti. Le situazioni in cui potresti richiedere un anticipo sul fondo pensione sono varie e ben definite.

Pianificare nel modo corretto richiede una certa visione prospettica di quelle che potrebbero essere le tue esigenze un domani. Dunque, se lo scopo di un contenitore finanziario è quello di consentire la soddisfazione di determinate necessità future, non dovrebbe sbalordire il fatto che sia strutturato per svolgere tale funzione: consentirti di accantonare risorse economiche utili a integrare la pensione obbligatoria erogata dall’INPS.

Tuttavia, la questione è un’altra: è davvero così vincolato il denaro accantonato nelle forme di previdenza complementare? La realtà, che emerge dall’analisi del quadro normativo tracciato dal legislatore, appare opposta a quella percepita dalle persone: puoi usufruire di una certa flessibilità.

Vediamo in quale misura, come e quando puoi richiedere un anticipo di quanto versato nel fondo pensione.

Anticipo fondo pensione: a ognuno la sua forma di previdenza ideale

Prima di vedere nel dettaglio le dinamiche connesse alla richiesta di un anticipo sul fondo pensione, è necessario comprendere che stiamo parlando di uno strumento di risparmio fiscalmente agevolato, che può presentare diverse caratteristiche. Sapere come funzionano le varie forme pensionistiche complementari è fondamentale per fare scelte consapevoli e adeguate alle tue necessità. Quindi, iniziamo a individuare quali sono le 4 tipologie esistenti:

  • fondi pensione chiusi o negoziali – istituiti dai rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro nell’ambito della contrattazione nazionale, di settore o aziendale (Art. 3 del D.lgs. 252/2005);
  • fondi pensione aperti – istituiti da banche, società di assicurazioni, società di gestione del risparmio (SGR) o società di intermediazione mobiliare (Art. 12 del D.lgs. 252/2005);
  • fondi pensione collettivi preesistenti – fondi istituiti prima che venissero definite le norme vigenti riguardo alla previdenza complementare, la cui adesione è correlata ad accordi o contratti aziendali o interaziendali;
  • PIP o piani individuali pensionistici – disciplinati dal contratto sottoscritto con la compagnia assicurativa e dalle direttive COVIP (Commissione di vigilanza sui fondi pensione), sono forme di previdenza complementare che consentono un piano d’investimento personalizzato e su base individuale (Art. 13 del D.lgs. 252/2005).

Considerando che difficilmente la pensione obbligatoria INPS ti permetterà di avere una rendita in grado tutelare il tuo tenore di vita quando smetterai di lavorare, queste forme di previdenza complementare sono dei contenitori finanziari che hanno lo scopo di aiutarti a farlo. Se vuoi saperne di più e comprenderne le caratteristiche, in questo articolo ne ho parlato in modo approfondito: come funziona la pensione integrativa.

Anticipi fondi pensione: cosa devi sapere?

Istituiti con il D.lgs. 21 aprile 1993, n. 124, poi abrogato dal D.lgs. 5 dicembre 2005, n. 252, i fondi pensione sono oggi più flessibili di quanto pensi.

Dunque, puoi versare TFR e contributi volontari in questi contenitori finanziari per poi usufruirne quando andrai in pensione: come rendita integrativa o per la realizzazione di un progetto personale al termine della vita lavorativa.

Ma quando si può chiedere un anticipo fondo pensione?

Puoi richiedere un anticipo sui fondi pensione quando necessario, ma in base a determinate condizioni. Nel dettaglio, sono 3 le anticipazioni consentite:

  • spese sanitarie straordinarie documentate – in qualsiasi momento, puoi richiedere un anticipo sul fondo pensione, fino al 75% del montante maturato, sia se le necessità coinvolgano l’aderente che il coniuge o i figli;
  • spese di acquisto o ristrutturazione documentate e relative alla prima casa – a prescindere che siano spese ordinarie o straordinarie, puoi richiedere fino al 75% del montante maturato, ma solo dopo 8 anni dall’adesione;
  • motivi personali – per ulteriori esigenze non specificate puoi richiedere fino al 30% del montante maturato, ma anche in questo caso, solo dopo 8 anni dall’adesione a una forma di previdenza complementare.

Dunque, come puoi vedere il contesto normativo è abbastanza elastico. Anche perché l’anticipo sul fondo pensione può essere reiterato. Ovvero, se ci sono i presupposti, e sussiste capienza, puoi attingere alle risorse accumulate più volte, anche per la stessa causale. L’importante è ricordare che:

  • non puoi superare complessivamente il 75% del montante accumulato;
  • puoi richiedere successivi anticipi dopo che il montante è stato alimentato da nuovi versamenti. In particolare, nel caso di richiesta generica, il limite del 30% non sarà più assoggettato alla giacenza effettiva, ma sull’importo dei versamenti successivi alla prima anticipazione.

Anticipazioni e riscatti della pensione integrativa per ulteriori esigenze

In aggiunta alle anticipazioni che abbiamo visto, ci sono altri meccanismi di uscita dal fondo pensione che puoi attivare in determinate circostanze. Oltre ai casi più estremi di invalidità permanente o morte, se cambi lavoro o in caso di disoccupazione è possibile procedere al riscatto del capitale maturato.

Le condizioni specifiche variano in base al tipo di adesione al fondo pensione e al tempo mancante al pensionamento. In ogni caso, se resti senza lavoro:

  • per oltre i 12 mesi, puoi riscattare fino al 50% del montante accumulato;
  • entro 4 anni, puoi riscattare fino al 100% del montante accumulato.

In questo modo, il tuo fondo pensione funge da ammortizzatore per quelle situazioni di tensione finanziaria che nella vita possono accadere.

Tuttavia, esiste anche la possibilità di riscatto per quella che viene definita la condizione di perdita dei requisiti di partecipazione al fondo (Legge 124/2017). Ovvero, in caso di perdita del lavoro, che sia dovuta all’azienda o per dimissioni volontarie, puoi richiedere il riscatto totale e ottenere subito le spettanze, senza attendere le tempistiche sopraccitate. Naturalmente, dovrai considerare un maggior onere fiscale, che passa dal 15% al 23%.

Dal 2018, è possibile usufruire di quest’ultima opportunità a prescindere dalla forma di previdenza complementare sottoscritta, che siano fondi pensione chiusi, aperti o PIP. In questo modo, non esiste alcuna disparità di trattamento, poiché il presupposto legittimante è lo status di lavoratore al momento dell’adesione e la conseguente perdita del requisito in un momento successivo.

Anticipo pensione integrativa: come scegliere e gestire al meglio lo strumento giusto

La sottoscrizione alle forme di previdenza complementare non è poi così vincolante. Come hai visto, richiedere un anticipo sul fondo pensione è più che possibile. Anche se va ribadito che si tratta di strumenti pensati per la previdenza e a quello dovrebbero servire.

Ecco perché è fondamentale dare un nome ai soldi e pianificare una strategia finanziaria efficace, che preveda idonei cassetti in cui versare le risorse necessarie a soddisfare progetti ed esigenze specifiche. Dunque, salvo situazioni di estrema necessità, nel cassetto “pensione”, i tuoi risparmi dovrebbero essere inamovibili. Altrimenti, rischi di non riuscire a garantirti la vecchiaia serena che desideri e meriti dopo tanti anni di lavoro e impegno.

Quindi, scegliere gli strumenti finanziari idonei a raggiungere i tuoi obiettivi, come ci insegna la piramide bisogni finanziari, è sempre l’approccio migliore. Affidati a un consulente patrimoniale di comprovata esperienza e affidabilità che possa aiutarti a gestire i tuoi risparmi con maggiore consapevolezza.

Contattami senza impegno e richiedi la tua consulenza gratuita. Sono a tua disposizione per sviluppare insieme la strategia finanziaria migliore in funzione delle tue necessità. Pianifica il tuo futuro a partire da oggi, non rimandare.