Comunione O Separazione Dei Beni Cosa Devi Sapere

È un aspetto poco romantico, ma quando due persone si sposano è necessario decidere anche il regime patrimoniale che le accompagnerà nella loro vita di coppia. La scelta tra comunione o separazione dei beni influenza gli aspetti finanziari sia durante il matrimonio che in caso di divorzio, o di decesso di uno dei coniugi.

Rapite dall’entusiasmo e ammaliate dai sentimenti che le uniscono, molte coppie finiscono per trascurare questa importante decisione, per poi scoprirne le conseguenze una volta giunte al capolinea.

Per evitare situazioni spiacevoli, e muoverti sempre con la massima consapevolezza, ti sarà utile sapere qual è la differenza tra separazione e comunione dei beni. Ma, soprattutto, quando conviene scegliere un regime rispetto all’altro.

Comunione o separazione dei beni: quando si decide

Entrambi soggetti a emozioni forti e situazioni imprevedibili, amore e gestione finanziaria sono due fattori che influenzano la vita di coppia. D’altronde, il matrimonio è un contratto a tutti gli effetti e come tale disciplina anche gli aspetti economici. Ma, se ai sentimenti non si comanda, la scelta del regime patrimoniale dovrebbe essere razionale e previdente.

A prescindere che la coppia sia unita in matrimonio con rito civile o religioso, al termine della cerimonia gli sposi dovranno comunicare all’officiante il regime patrimoniale concordato. Nel caso siano indecisi, oppure non ci abbiano proprio pensato, per legge verrà stabilita la comunione dei beni. Sarà comunque possibile passare da un regime all’altro anche in futuro, attraverso un atto pubblico notarile.

Dunque, se stai per convolare a nozze e devi decidere tra comunione o separazione dei beni vorrai sapere quale sia la soluzione più conveniente. Ma non solo, ti starai chiedendo quali ricadute possano manifestarsi sul tuo matrimonio. Approfondiamo subito.

Aspetti coinvolti nella scelta tra separazione e comunione dei beni

Scegliere tra comunione o separazione dei beni significa decidere quali saranno le regole e i principi previsti dalla legge (19/05/75 n.151), che regoleranno i rapporti patrimoniali tra i coniugi.

Il regime patrimoniale prescelto andrà a impattare su diversi aspetti della vita di coppia. I più rilevanti riguardano:

  • obblighi di contribuzione reciproca nelle spese comuni (comma 3 dell’art. 143 c.c.) in relazione alle “sostanze” e alla capacità di lavoro professionale o casalingo di ciascun coniuge;
  • modalità di attribuzione della proprietà dei beni acquistati nel corso della convivenza;
  • criteri d’uso della casa adibita a residenza comune, sia nel caso di un immobile di proprietà di uno dei coniugi che nel caso di affitto;
  • definizione dei reciproci rapporti patrimoniali in caso di separazione o divorzio, per evitare discussioni nel momento in cui la convivenza finisca.

Come puoi notare, non si tratta di aspetti irrilevanti. La scelta del regime patrimoniale nel matrimonio influenzerà la vita di coppia e il futuro dei coniugi. Soprattutto, se un giorno l’idillio dovesse finire.

Comunione dei beni: come funziona e quando conviene

Nonostante i coniugi abbiano ampio spazio per regolare autonomamente i loro rapporti di natura economica, la comunione dei beni è il regime patrimoniale di prassi previsto dalla legge.

Dunque, se non diversamente concordato, dopo la celebrazione del matrimonio, i beni dei coniugi confluiscono in un unico patrimonio di coppia, del quale possono entrambi disporre al 50%. Nello specifico, le categorie di beni coinvolte sono:

  • risparmi di ciascun coniuge e acquisti effettuati insieme o separatamente durante il matrimonio;
  • frutti dei beni di ciascuno dei coniugi e redditi personali se, allo scioglimento del matrimonio, non siano stati consumati;
  • aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio. Nel caso l’azienda appartenga a uno dei due coniugi e sia stata costituita prima del matrimonio, se gestita da entrambi, la comunione dei beni riguarda solo utili e incrementi.

Sono esclusi dalla comunione dei beni, quelli di uso strettamente personale o riconducibili a necessità legate allo svolgimento di attività professionali. Oltre ai beni acquistati o ricevuti prima del matrimonio e quelli ottenuti per successione o donazione. In quest’ultimo caso, anche se percepiti durante il matrimonio.

Entrambi i coniugi possono amministrare i beni comuni in modo autonomo. Tuttavia, qualsiasi attività che esuli dalla mera gestione ordinaria dovrà essere approvata da tutti e due. Quindi, se scegli la comunione dei beni devi essere consapevole che non potrai più disporne senza il consenso del coniuge.

Separazione dei beni: cosa prevede

La separazione dei beni è un regime patrimoniale che consente ai coniugi di mantenere invariati i loro patrimoni personali. Conservi la titolarità esclusiva, il diritto di godimento e l’amministrazione dei beni acquisiti prima e durante il matrimonio.

Naturalmente, rimane l’obbligo per entrambi i coniugi di provvedere alle necessità familiari in proporzione alle proprie capacità reddituali e di lavoro. Inoltre, è sempre possibile cointestare un bene, seppur a seguito di esplicita dichiarazione nell’atto d’acquisto, dove sarà indicata anche la quota di comproprietà.

Il regime patrimoniale di separazione dei beni consente una maggiore flessibilità nel rapporto matrimoniale e impatta anche sull’applicazione della disciplina che regola le successioni. Infatti, in caso di decesso, la successione legittima non prevede che i beni del de cuius passino agli affini del coniuge.

Dunque, a differenza del regime di comunione, con la separazione dei beni mantieni l’esclusiva titolarità del tuo patrimonio e puoi disporne senza ingerenze da parte del coniuge.

Differenza tra separazione e comunione dei beni: quale regime patrimoniale dovresti scegliere?

Seppur nell’immaginario rappresenti un atto che manifesta i sentimenti tra due persone, è importante ricordare che il matrimonio è un contratto. E come tale va compreso prima di sottoscriverlo. Per questo scegliere tra comunione o separazione dei beni è cruciale per il benessere e la serenità di entrambi i coniugi.

Dirti quale sia il regime patrimoniale più conveniente non è possibile, poiché non so quale sia il contesto in cui stai vivendo. Tuttavia, ora conosci le principali differenze tra separazione e comunione dei beni e sai che possono influire molto su un’eventuale rottura del nucleo familiare. Perciò, puoi comprendere che, oltre a condividere o meno dei beni, la scelta avrà delle ripercussioni anche sui debiti contratti e sul futuro dei tuoi figli. Oltre a influenzare il rapporto con il tuo coniuge.

In linea di massima, conviene il regime di comunione quando vuoi condividere con il coniuge i beni acquisiti prima del matrimonio. In particolare, se non c’è squilibrio tra i due patrimoni e il legame tra voi è molto saldo.

Diversamente, se possiedi una casa e vuoi mantenerne l’esclusiva titolarità, oltre alle possibili agevolazioni fiscali, la divisione dei beni è una scelta idonea. Allo stesso modo, se sei il titolare di un’azienda: in caso di fallimento dell’attività i beni del coniuge non corrono il rischio di essere compromessi. Oppure, nel caso in cui il coniuge abbia già dei figli da un precedente matrimonio, puoi evitare discussioni legate a un’eventuale successione.

È chiaro che la separazione dei beni tutela maggiormente la parte “forte” della coppia, ma esistono strumenti finanziari, come le polizze assicurative, che possono proteggere la persona amata in caso di necessità.

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