
Nel campo della finanza comportamentale, l’effetto gregge si riferisce alla tendenza che le persone manifestano nel seguire ed emulare ciò che fanno gli altri investitori. Anche se non ce ne rendiamo conto, è uno di quei pregiudizi cognitivi, che interferiscono in quasi tutti gli ambiti della nostra vita, poiché ci fa sentire più sicuri e meno responsabili degli errori che potremmo commettere.
Dunque, anche quando pensiamo di aver fatto una scelta consapevole e razionale, spesso il nostro processo decisionale è influenzato da subdole dinamiche comportamentali. Invece di affidarci alla nostra capacità di analisi critica, siamo inconsciamente guidati dalle emozioni, dall’istinto e dalle esperienze passate. Oppure, appunto, partiamo dal presupposto che se gli altri fanno una scelta, l’avranno ben ponderata e, di conseguenza, sarà quella giusta anche per noi.
In altre parole, l’effetto gregge ci spinge verso investimenti simili a quelli di altri investitori. È un errore cognitivo che, riprodotto su larga scala, può persino portare a bolle speculative o crolli del mercato, dovuti ad acquisti e vendite dettati dal panico. Sarà meglio approfondire per fare scelte più razionali e sempre orientate alla nostra pianificazione finanziaria.
Conoscere la finanza comportamentale per comprendere l’effetto gregge
La finanza comportamentale pone le sue basi sul lavoro degli psicologi Daniel Kahneman e Amos Tversky, nonché sul contributo dell’economista Robert J. Shiller. Negli anni ’70 e ’80, questi studiosi applicarono i pregiudizi e l’euristica al modo in cui le persone prendevano le decisioni finanziarie. Il loro scopo era quello di dimostrare l’impatto di determinati schemi psicologici, come l’effetto gregge, sulle scelte di investimento e sull’inefficienza dei mercati finanziari.
Nello stesso periodo, i ricercatori finanziari iniziarono a cogliere che l’ipotesi del mercato efficiente (EMH), sviluppata negli anni ‘60 dall’economista Eugene Fama, non sempre reggesse. Ovvero, una teoria secondo la quale il mercato azionario si muoverebbe in modi razionali e prevedibili, non può che scontrarsi con le inevitabili inefficienze dovute al pensiero errato degli investitori su quotazioni e rischi.
Attraverso esperimenti e ricerche, la finanza comportamentale ha quindi permesso di dimostrare come il comportamento degli esseri umani e dei mercati finanziari non sia sempre razionale e perché le decisioni che ne derivano siano spesso imperfette.
Negli ultimi dieci anni, anche il mondo accademico e quello finanziario hanno accettato la finanza comportamentale come un’area di ricerca basata sui principi dell’economia, ma con un’attenzione particolare alla psicologia cognitiva.
Infatti, nella maggior parte dei casi, le persone usano l’euristica quando devono prendere, più o meno rapidamente, una decisione complessa, o non prenderla affatto. Ovvero, si avvalgono (spesso inconsciamente) di scorciatoie mentali basate su presupposti, o regole empiriche, che non sempre sono vere e affidabili.
Quindi, mostrando come, quando e perché il comportamento umano possa deviare dalle aspettative razionali, la finanza comportamentale offre un quadro di riferimento per aiutare le persone a fare scelte più sagge e sensate quando si tratta di questioni finanziarie.
I bias cognitivi nella finanza comportamentale
Quando l’euristica economica e finanziaria porta a giudizi e credenze imprecisi, il risultato sono i bias cognitivi. Tra i più comuni avrai sentito parlare di:
- bias di autoattribuzione – credere che i buoni risultati degli investimenti siano il frutto della propria abilità e che i risultati indesiderati siano dovuti alla sfortuna;
- bias di conferma – prestare molta attenzione alle informazioni che confermano o supportano una convinzione finanziaria o di investimento e ignorare qualsiasi informazione che la contraddica;
- pregiudizio rappresentativo – credere che due cose o eventi siano strettamente correlati, più di quanto non lo siano in realtà. Ad esempio, focalizzarsi sulle stesse tipologie di investimenti perché hanno portato buoni risultati in precedenza;
- framing bias – reagire a una particolare opportunità finanziaria in base a come viene presentata e non alle sue reali potenzialità;
- anchoring bias (effetto ancoraggio) – la tendenza a prendere una decisione affidandosi esclusivamente alla prima informazione ricevuta;
- avversione alla perdita – predisposizione psicologica nel cercare di evitare una perdita più di quanto non si desideri ambire ai potenziali guadagni sugli investimenti. Un bias che spesso comporta proprio la perdita di opportunità di investimento;
- bias sociale – ovvero, come siamo influenzati dagli altri, ed è qui che entra in gioco l’effetto gregge.
Questi bias, e le euristiche che contribuiscono a crearli, influenzano il comportamento degli investitori, la psicologia del mercato, gli errori cognitivi e il ragionamento emotivo. Ora, non ci resta che entrare nel dettaglio dell’effetto gregge per coglierne gli aspetti e capire come evitarlo.
Cos’è l’effetto gregge
Il modo migliore per spiegare cos’è l’effetto gregge è fare qualche esempio pratico. Immagina di essere in una città che non conosci. È sera e cerchi un locale dove cenare. Nella strada in cui ti trovi ci sono 2 ristoranti, entrambi hanno un aspetto invitante e propongono un menu simile, ma uno è vuoto e l’altro è pieno. Quale scegli?
Magari hai fretta, oppure potresti pensare che sia meglio evitare la confusione, e finisci per scegliere il locale vuoto. Ma per la maggior parte delle persone non è così: sono convinti che la scelta degli altri sia indice di cibo e servizio migliori. Quindi, entrano nel locale pieno.
Ora facciamo un altro esempio. La situazione di partenza è la stessa, ma i due locali sono entrambi vuoti. Hai fame e decidi di entrare in quello più vicino a te, anche solo per evitare di attraversare la strada. Subito dopo, nello stesso ristorante entra una coppia, poi un altro cliente ancora e così via. Cosa sta succedendo?
In pratica, chiunque altro sia in cerca di un ristorante, vedendo che uno è vuoto e l’altro ha un cliente (tu), giungerà alla conclusione che quello scelto da te sia il migliore dei due, anche se in realtà si equivalgono.
E ancora, facciamo un ultimo esempio. Pensa al tuo dentista, parrucchiere o fruttivendolo di fiducia. Perché ci vai? Molto probabilmente, in principio, ti è stato consigliato da qualcuno, un amico o un parente. Anche se ce ne sono altri che potrebbero essere altrettanto bravi e affidabili, scegliamo sempre quello che ci suggeriscono gli altri, perché siamo influenzati dal loro giudizio. Senza dimenticare che, qualora non fossimo soddisfatti, la colpa non sarebbe nostra, ma di chi ci ha consigliato quel parrucchiere, dentista, ecc.
A quanto pare, siamo cablati per seguire la massa e questo effetto gregge si manifesta anche quando dobbiamo fare delle scelte finanziarie. Molto spesso troviamo emotivamente o psicologicamente doloroso andare contro le decisioni della folla. Quindi, non lo facciamo.
Pensa a una circostanza qualsiasi in cui hai soffocato il tuo desiderio di fare qualcosa solo perché tutti gli altri nel tuo gruppo hanno deciso di fare qualcos’altro. Optare per una scelta diversa da tutti ci provoca sofferenza, anche quando vogliamo fare degli investimenti. Ma non solo, comportarci in modo non conforme innesca la paura: se voglio fare “A”, ma tutti fanno “B”, allora potrei sbagliare e sentirmi sciocco, o essere addirittura deriso. Ergo faccio quello che fanno tutti gli altri.
Dunque, in finanza l’effetto gregge esiste quando un investitore ignora le proprie informazioni e segue solo le decisioni prese da altri investitori. In pratica, non procede con un’analisi critica e orientata ai propri obiettivi, ma si affida alle scelte fatte dalla maggioranza.
Finanza comportamentale: come evitare l’effetto gregge
Un approccio razionale ed analitico è fondamentale per restare fedeli ai propri obiettivi e seguire la pianificazione finanziaria stabilita. Quindi, evita di farti guidare dall’emotività. In particolare, quando i mercati attraversano periodi turbolenti è più facile cedere al panico e prendere decisioni che poi si rivelano sbagliate. Seguire il comportamento degli altri, senza cognizione di causa, ti pone sempre in una condizione di pericolo.
Dunque, osservare e prendere in considerazione le tendenze nei mercati non è sbagliato di per sé. Ma lasciarsi travolgere dall’effetto gregge può solo che farti perdere il controllo della tua situazione finanziaria. Purtroppo, seppur consapevoli di questo, a volte è difficile rendersi conto che le nostre scelte sono soggette a influenze emotive. Perciò, dovresti affidarti sempre a un consulente finanziario.
Un professionista esperto può offrirti le competenze e la razionalità necessarie per prendere decisioni più intelligenti. Saprà quando il tuo portafoglio è ancora ben posizionato per raggiungere i tuoi obiettivi finanziari o se deve essere ribilanciato. Contattami senza impegno e richiedi una consulenza gratuita. Insieme possiamo analizzare la tua situazione patrimoniale, pianificare una strategia finanziaria adeguata a preservare il capitale e orientata a valorizzarlo nel tempo.