
Quando si parla di patrimoniale, chi ha una certa età ricorda quel famoso venerdì del 10 luglio 1992. A mezzanotte, il Governo Amato firmò il decreto d’urgenza con il quale prelevava il 6 per mille dai conti correnti degli italiani. Un’azione ritenuta necessaria per scongiurare ben altri problemi che in quel frangente opprimevano l’Italia.
Nessuno poté fare qualcosa. Chi progetta questi decreti difficilmente commette errori. I conti correnti degli italiani vennero “fotografati” il 9 luglio 1992 e, dalla mattina dell’11 luglio, spostare i soldi non fu più possibile.
Un altro evento simile accadde il 1° settembre 1947, quando venne introdotta una patrimoniale sulla ricchezza personale, relativa al periodo del 28 marzo 1947. Questa patrimoniale colpì anche i beni all’estero. Quindi, una volta approvato il decreto, anche in questo caso, nessuno poté fare nulla. Neanche chi aveva pensato, a suo tempo, di spostare i beni all’estero riuscì a scamparla.
Dunque, la patrimoniale è un’imposta che colpisce il patrimonio, che sia mobile o immobile. Può riguardare persone fisiche o giuridiche ed essere fissa o variabile. Inoltre, può avere una cadenza periodica o essere richiesta una tantum. In ogni caso, con una pianificazione finanziaria attenta e lungimirante è possibile riuscire a tutelare il proprio patrimonio.
Perché la patrimoniale punta alle tasche dei contribuenti
Le discussioni sulla patrimoniale saltano fuori con una certa frequenza, soprattutto quando ci sono situazioni problematiche e bisogna rimpinguare le casse statali. Infatti, forse non tutti sanno che la ricchezza italiana è molto ingente e ammonta a più di 10 trilioni di euro.
Detto in maniera più digeribile, significa 10.000.000 di milioni di euro. Credetemi, è il numero giusto, né uno zero in più né uno zero in meno. Questa enorme massa di denaro è suddivisa circa per il 60% in immobili e il resto tra liquidità in conti correnti, investimenti e patrimoni d’impresa.
E a quanto ammonta il debito pubblico italiano? A 2,6 trilioni di euro. Quindi, la ricchezza privata è quasi 4 volte il debito statale. Per questo il paese Italia è considerato abbastanza sicuro, perché c’è sempre linfa vitale che permette al sistema di andare avanti.
Ma tornando a noi la patrimoniale può essere considerato un vero problema? Dipende. È un problema se non si organizza per tempo a una pianificazione del proprio patrimonio.
Il governo centrale che ha, più o meno, tutto sotto controllo, conosce bene i numeri che abbiamo appena illustrato e sa che in Italia ci sono più immobili che cittadini (non scherzo). Quindi, se tu fossi a capo dello Stato cosa faresti per migliorare i conti pubblici senza che i cittadini scendano in strada? Io introdurrei, o aumenterei, le imposte sugli immobili.
Imposte sugli immobili: la patrimoniale Amato è nulla in confronto
Tutti ricordando l’evento della patrimoniale Amato, attuata tramite prelievo forzoso sui conti correnti, ma molti ignorano le altre patrimoniali che vanno a colpire la ricchezza sugli immobili. Infatti, il 6 per mille prelevato una tantum è niente in confronto a ciò che viene defalcato dal patrimonio immobiliare ogni anno.
Tra IMU, IVA, imposte di registro, imposte ipocatastali e cedolare secca c’è da stare molto attenti. Gli immobili vengono colpiti perché rappresentano la maggior parte della ricchezza, sono più difficili da vendere e sono spesso soggetti a legami emotivi da cui è difficile separarsi.
Quindi, venendo a noi, le soluzioni per mitigare e alleviare questi problemi sono 2:
- cambiare residenza fiscale (ma davvero, non in modo fittizio);
- pianificare per tempo, prima che la situazione peggiori.
Infatti, nonostante le imposte di successione siano tra le più basse a livello europeo, e l’attuale franchigia in linea discendente (genitori, figli e coniuge) sia di 1 milione ciascuno, è previsto un innalzamento delle rendite catastali. In certi casi, anche di 10 volte. Questo perché il valore catastale di un immobile verrà conteggiato secondo i metri quadri e non più a vani. Ciò comporterà un aumento dell’imposta patrimoniale, chiamata successione.
La pianificazione successoria è la soluzione per tutelare il tuo patrimonio
Chi ha organizzato una pianificazione successoria tra il 2001 e il 2006 ha potuto godere di notevoli vantaggi. Nel 2001, il governo Berlusconi ha azzerato le imposte di successione. Quindi, chi ha fatto testamento, in quel periodo ha trasferito il proprio patrimonio agli eredi senza lasciare nulla allo Stato. Ma, dal 2006, con il governo Prodi le cose sono cambiate. Da allora, e ancora adesso, le imposte spaziano dal 4% al 8%. Tuttavia, per quanto siano ancora basse, rispetto al resto d’Europa, ci sono 4 fattori da considerare:
- più volte, la commissione europea ha detto all’Italia di fare delle modifiche su questa tematica;
- il gettito su PIL delle imposte di successione in Italia ammonta allo 0,05%, mentre in Paesi come la Francia siamo al 0,60%, ben 12 volte in più;
- il debito pubblico italiano è molto alto e bisogna trovare risorse per far cambiare rotta al paese;
- eventuali imposte non dovranno creare caos sociale. Dunque, dovranno intaccare chi ha già qualcosa, per evitare di portare le persone sul lastrico.
Quindi, la vera patrimoniale, che potrà colpire la ricchezza italiana, verterà su tema della successione. Considerando poi il problema del rimbalzo successorio, ossia le imposte di successione che si pagano su ogni trasferimento (dal nonno alla nonna, dalla nonna al figlio, dal figlio alla nuora, e così via) presto si farà a raccogliere risorse.
In conclusione, ciò che posso consigliare, è un check up patrimoniale in cui si vada ad analizzare la composizione del patrimonio, per migliorare la propria allocazione di ricchezza e ridurre l’impatto di eventuali patrimoniali. Se vuoi saperne di più, contattami senza impegno. Insieme possiamo analizzare la tua situazione e pianificare azioni mirate a tutelare il tuo patrimonio.
Articolo scritto da Stefano Chemello – Private Wealth Assistant del team di Enrico Mantovanelli
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