
Pensavamo di uscire dalla pandemia molto in fretta. Un picco, una discesa e un lento ritorno alla normalità. Così non è stato. Per aiutarti a decifrare meglio uno scenario economico-finanziario in continua evoluzione, e non lasciarti prendere dall’ansia prodotta da paroloni incomprensibili, è importante cogliere le differenze tra inflazione, deflazione e stagflazione.
L’inflazione è una variabile economica molto chiacchierata e, anche se ancora poco compresa, è spesso considerata un fattore negativo. Mentre capita raramente di sentire parlare di deflazione e stagflazione, due termini che risultano sconosciuti a chi è poco avvezzo alle questioni di economia.
Seppur in modo diverso, tutti questi fenomeni economici possono avere un impatto significativo sull’andamento dei mercati finanziari e sul tuo tenore di vita. Comprenderli ti aiuta ad allocare in modo strategico le risorse e a preservare il tuo patrimonio con investimenti più oculati.
Partiamo dalle definizioni di inflazione, deflazione e stagflazione. Poi, cerchiamo di coglierne le differenze e di acquisire la consapevolezza necessaria a sviluppare un processo di pianificazione finanziaria efficace.
Cos’è l’inflazione: il potere d’acquisto in contrazione
È il tema finanziario del momento. Gli economisti lo davano come un fenomeno transitorio, in realtà si è rivelato molto persistente. Lo puoi vedere anche tu. Di sicuro, avrai notato l’aumento dei prezzi al supermercato, alla pompa di benzina o al bar. Tutti i dati di cui hai bisogno per riconoscerla sono proprio lì, nella tua quotidianità. Dunque, che cos’è l’inflazione?
L’inflazione è l’aumento generalizzato e prolungato dei prezzi. Questo porta alla diminuzione del potere d’acquisto della moneta. Quindi, del valore reale di tutte le grandezze monetarie. In pratica, puoi immaginarla come una “tassa fantasma” che erode la liquidità e riduce la tua capacità di acquistare beni e servizi.
In tutte le economie, l’inflazione rappresenta un indicatore fondamentale, un parametro osservato con maniacale attenzione, poiché il livello dei prezzi condiziona le abitudini di spesa delle famiglie. Quindi, si riverbera in generale su tutto il sistema economico e orienta le politiche monetarie delle banche centrali. Queste ultime, poi, possono decidere di “influenzare” l’inflazione con azioni di reflazione introducendo politiche monetarie non convenzionali, come il Quantitative Easing (QE), per stimolare l’economia.
Senza scendere troppo in dettagli tecnici, diciamo che se il concetto di inflazione è abbastanza semplice da comprendere, calcolarla non è poi così banale. Dunque, è necessario definire degli indici di riferimento. In Italia se ne occupa l’ISTAT che, sulla base dei prezzi di un paniere di beni e servizi rappresentativo dei consumi delle famiglie, calcola il nostro indice dei prezzi al consumo.
L’inflazione non deve essere vista solo come un fattore negativo. Può anche dimostrarsi vantaggiosa, poiché aggiunge valore ai beni delle persone, nonostante il loro debito rimanga fisso. Perciò, non è un’entità da rifuggire, poiché il suo andamento può comunicarci il segnale di un’imminente ripresa economica.
Cos’è la deflazione: quando i prezzi scendono
La deflazione è la diminuzione generalizzata dei prezzi in relazione al paniere di beni e servizi compreso nell’indice di riferimento ISTAT. In pratica, è il concetto opposto di inflazione.
Durante i periodi di deflazione, il costo di beni e servizi diminuisce e la tua liquidità ti permette di acquistarne di più. Questo scenario può sembrarti una cosa buona, ma non è proprio così: la deflazione è spesso la strada che porta alla recessione economica.
Infatti, economisti e banche centrali temono la deflazione perché innesca un effetto domino di distruzione chiamato, appunto, spirale deflazionistica. Il risultato è una discesa rapida verso la recessione:
- i prezzi scendono, perciò privati e aziende posticipano gli acquisti in attesa che diminuiscano ancora, convinti di poter fare acquisti più convenienti;
- tuttavia, se gli acquisti calano, la domanda diminuisce e la produzione rallenta;
- quando domanda e produzione rallentano, i prezzi precipitano, le aziende vedono i margini assottigliarsi, rimandano gli investimenti e riducono la forza lavoro;
- con l’aumento della disoccupazione, le persone hanno meno soldi da spendere, gli acquisti diminuiscono e la domanda cala ulteriormente.
Una volta innescata, la deflazione è un ciclo che si ripete, una spirale che continua fino a quando una piccola flessione diventa una recessione e quest’ultima si trasforma in una depressione. Uno scenario nel quale nessun Paese al mondo vuole ritrovarsi.
In definitiva, è un delicato gioco di equilibri. Durante i periodi di crescita, le imprese guadagnano e assumono nuovi lavoratori, i quali hanno la liquidità che porta all’aumento della domanda e, di conseguenza, dei prezzi. Tuttavia, quando questi ultimi diventano troppo alti, le persone riducono gli acquisti, le aziende perdono denaro e licenziano i lavoratori. L’economia inizia a contrarsi.
L’inflazione modesta è una parte naturale del ciclo economico. Può essere vista in modo negativo o positivo in base al contesto. Ma la deflazione è sempre motivo di preoccupazione. E la stagflazione che cos’è? Dove si colloca in questo scenario?
Cos’è la stagflazione: la strada verso la povertà
Quando i prezzi aumentano in risposta alla crescente domanda da parte dei consumatori, in un’economia in forte espansione, l’inflazione può essere positiva. Ma quando una galoppante inflazione coincide con un’elevata disoccupazione e un rallentamento della crescita, il risultato è una stagflazione che uccide l’economia.
Dunque, in un ciclo economico, la stagflazione si manifesta quando, per un periodo prolungato, assistiamo alla concomitanza di 2 fenomeni:
- stagnazione, mancanza di crescita dell’economia in termini reali, ovvero possibile anticamera della recessione;
- inflazione in crescita, come abbiamo già chiarito, l’aumento generale dei prezzi.
È un’ipotesi allarmante. Qualsiasi economista vorrebbe restasse all’interno di un’aurea di leggenda. Infatti, durante un periodo di stagflazione, l’inflazione cresce rapidamente in un contesto economico stagnante e innesca la recessione: i prezzi subiscono continui rialzi, la domanda di beni e servizi scende, le aziende vanno in crisi, la disoccupazione dilaga e l’economia del paese va in frantumi. Insomma, il peggio del peggio.
Le differenze tra inflazione, deflazione e stagflazione
Seppure semplificando, quelle che abbiamo visto sono le differenze concettuali tra inflazione, deflazione e stagflazione. Nonché gli effetti del loro impatto sull’economia quando avviene la loro concomitanza.
In sostanza, l’inflazione è un fenomeno economico che svolge la funzione di “ago della bilancia” all’interno di un ciclo economico. Quando cresce in un contesto di sviluppo, seppur entro certi limiti, può essere considerata positiva.
Diversamente, se l’inflazione scende troppo, lascia spazio alla deflazione. I prezzi precipitano e l’economia può entrare in una situazione stagnante. In quest’ultimo caso, se l’inflazione riprendesse a crescere, senza essere sostenuta da una ripresa economica, inizierebbe a tracciare la strada verso la stagflazione.
Ad oggi, lo scenario in Europa appare stabile. C’è una timida ripresa economica e gli interventi delle banche centrali sembrano tenere a bada la crescita dell’inflazione. Tuttavia, pare scontato che entreremo in un ciclo caratterizzato da un’inflazione persistente e tassi in rialzo.
Dunque, alla luce di questo, cosa è lecito attendersi sul fronte finanziario? In che modo si ripercuoterà sui risparmi e i finanziamenti di famiglie e imprese? Quali strategie e comportamenti possono essere intrapresi per mettersi al riparo e, anzi, sfruttare questa situazione?
Gli effetti finanziari dell’inflazione sono “personali”: come agire per tutelare il tuo patrimonio
In Italia, stiamo assistendo a un aumento generalizzato dei prezzi, fattore che penalizza in particolare i percettori di reddito fisso, come lavoratori dipendenti e pensionati. Soffrono meno i lavoratori autonomi come professionisti, artigiani e commercianti, poiché percepiscono redditi variabili.
Tuttavia, nessun reddito è davvero impermeabile all’inflazione e la fase in cui ci troviamo ora è molto trasversale. I rincari non sono circoscritti e isolati, quindi mettono sotto pressione chiunque e ognuno in modo diverso.
Infatti, l’inflazione effettiva cambia da persona a persona, poiché i prezzi variano a seconda della tipologia, del settore e della qualità di prodotti e servizi. Quindi, è importante comprendere a quale “personale inflazione” siamo esposti e agire di conseguenza, per tutelare il potere d’acquisto.
L’inflazione danneggia soprattutto quelle forme di risparmio ritenute più semplici, affidabili e sicure: colpisce la liquidità e gli investimenti rigidi. Per difenderti finanziariamente, seppur considerando prima le specifiche esigenze e la propensione al rischio, l’importante è non restare fermi, ma ricercare soluzioni d’investimento con rendimenti reali positivi.
Investire in immobili può essere una scelta intelligente, poiché questo tipo di asset class si rivela sempre interessante in periodi di persistente inflazione. Ma è in sinergia con azioni mirate nel mercato azionario che, con opportune azioni di diversificazione del portafoglio, l’inflazione può essere contrastata e vinta.
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