Limite Pagamenti In Contanti 2022

Indietro nel tempo. Continua il tira e molla sul limite ai pagamenti in contanti. Dal 1° gennaio 2022 era prevista una soglia del denaro cash a 1000 euro per singola transazione. Poi, la modifica a uno degli emendamenti del Decreto Milleproroghe l’ha riportata a 2000 euro.

Dunque, dietrofront sul limite all’utilizzo del contante per i contribuenti fiscalmente residenti in Italia, almeno fino al primo gennaio 2023. Ma qual è lo scopo? Che impatto ha sulla tua quotidianità? E cosa rischi se non rispetti la soglia imposta? Sarà meglio approfondire insieme.

Perché imporre un limite ai pagamenti in contanti?

L’art. 18 del D.L. n. 124/2019, collegato alla legge di stabilità 2020, prevedeva la progressiva riduzione del limite ai pagamenti in contanti di beni o servizi. A partire da gennaio 2022 la soglia da raggiungere era fissata a 1.000 euro. In realtà, è rimasta tale per 2 mesi. Il limite all’uso del denaro cash torna a 2000 euro per tutto il 2022.

Il meccanismo che impone un limite all’uso del denaro cash ha l’obiettivo di favorire i pagamenti digitali (bancomat, bonifici o carte di credito/debito) e, di conseguenza, la tracciabilità delle transazioni. In questo modo, dovrebbe essere più semplice:

  • ostacolare l’evasione fiscale e fare emergere l’economia sommersa;
  • contrastare le operazioni di riciclaggio di denaro connesse ad attività illecite;
  • aumentare le entrate dello Stato.

Naturalmente, imporre un limite ai pagamenti in contanti è una decisione che genera schieramenti: c’è chi è favorevole e chi lo ritiene inutile. Ognuno ha le sue ragioni e non è questa la sede per disquisirne. Meglio analizzare quali sono le ricadute sulla gestione delle tue risorse economiche e comprendere le conseguenze del regime sanzionatorio per chi non rispetterà il limite imposto.

Aspetti operativi correlati al limite di pagamento in contanti

Il limite ai pagamenti in contanti torna a 2000 euro (nel 2022) e riguarda tutte le operazioni tra persone fisiche o giuridiche fiscalmente residenti in Italia. Dunque, professionisti, privati e imprese potranno “acquistare cash” sia beni che servizi entro la soglia di 1999,99 euro.

In ogni caso, nulla vieta di effettuare un pagamento misto. Ovvero, pagare una parte in contanti, fino al limite stabilito, e saldare con altri strumenti tracciabili, come assegni o bonifici.

La soglia riguarda il passaggio di denaro contante a qualsiasi titolo, sia in caso di pagamento in unica soluzione che rateizzato. Anche se, in quest’ultimo caso, sarà compito dei soggetti preposti (come gli Istituti di credito) valutare quanto l’operazione sia lecita in relazione alla cumulabilità o meno delle operazioni di pagamento sotto la soglia di legge.

In particolare, gli aspetti operativi correlati al limite del pagamento in contanti prevedono il divieto di:

  • transazioni in contanti che superano il limite di 1999,99 euro;
  • transazioni che comportano un frazionamento dei pagamenti in contanti al fine di eludere i limiti di legge;
  • donazioni o prestiti in denaro contante tra privati, se superano il limite, anche nel caso siano familiari o parenti.

È importante ricordare che il limite ai pagamenti in contanti è diverso da quello imposto per i prelievi bancomat. Questi ultimi, infatti, sono frutto degli accordi presi con il tuo istituto di credito.

Dunque, il limite di 1999,99 euro non contempla prelevamenti o versamenti in banca sul tuo conto corrente o libretto di risparmio, poiché non si tratta di trasferimento di denaro ad altre persone. Certo, la banca è comunque chiamata a tracciare i movimenti e, se lo ritiene opportuno, può segnalare eventuali sospetti alle autorità.

Infine, va detto che sono esenti dalla soglia dei pagamenti in contanti i cittadini stranieri non residenti in Italia. Per questi ultimi, il limite nell’utilizzo di denaro cash sul suolo italiano è di 10.000 euro.

Cosa prevede il regime sanzionatorio per chi non rispetta il limite ai pagamenti in contanti

In quanto soggetti destinatari della normativa antiriciclaggio (D.lgs. n. 231/2007), Istituti di credito, notai, avvocati, operatori finanziari, ecc., sono obbligati a far rispettare il limite ai pagamenti in contanti. Dunque, devono attuare procedure di verifica dell’identità di chi effettua operazioni, nonché assicurarsi che tali operazioni siano lecite e segnalare eventuali incongruenze alla UIF (Unità di Informazione Finanziaria).

Come regolamentato dal D.lgs. n. 90/17, chi non rispetta il limite ai pagamenti in contanti è soggetto a una sanzione di pari importo a quello fissato come soglia. Dunque, per l’anno 2022, se fai un pagamento in contanti superiore a 2000 euro, rischi una sanzione amministrativa dello stesso importo: 2000 euro.

Se, a partire da gennaio 2023, il limite imposto alle transazioni in contanti scenderà a 1000 euro, sarà questo l’importo pecuniario applicabile in caso di violazione. Naturalmente, la sanzione è a carico di chi paga, ma anche di chi riceve il pagamento.

Invece, nel caso siano i soggetti chiamati a vigilare sulle transazioni economiche in contanti a omettere un’eventuale violazione, per loro è prevista una sanzione che va da 3.000 fino a 15.000 euro.

Limite all’utilizzo di denaro contante: gestisci la liquidità in modo efficace

Il limite imposto dalla normativa sull’utilizzo del denaro contante non riguarda il possesso. Ovvero, potresti avere con te più di 2000 euro cash senza incorrere in sanzioni. Ciò che conta è solo l’utilizzo che ne farai.

Dunque, in tutti i casi in cui prevedi spese superiori alla soglia stabilita per i contanti, è consigliabile adottare delle forme di pagamento tracciabili come: bonifici bancari, assegni non trasferibili o carte di credito.

Tutto questo, ci porta a considerare con maggiore attenzione l’analisi dei fabbisogni economici legati alla liquidità sul conto corrente. Ottimizzare la gestione dei flussi di cassa per coprire le normali esigenze di ogni giorno è fondamentale. Tant’è che è una necessità posta al secondo livello della piramide dei bisogni finanziari.

Dunque, quanto dovresti tenere sul conto corrente? E come diversificare per pianificare una gestione finanziaria efficace? Un consulente finanziario esperto può metterti nella condizione di bilanciare protezione, rischi e opportunità, fornendoti le informazioni e gli strumenti idonei a fare la scelta giusta.

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