
Il patto di famiglia è uno strumento giuridico volto a salvaguardare la continuità delle imprese. Consente all’imprenditore di gestire il passaggio generazionale della propria azienda, o di altre partecipazioni societarie, anticipandone il momento del trasferimento a uno o più discendenti.
Introdotto con la Legge n.55, 14 febbraio 2006, il patto di famiglia consente una pianificazione lungimirante nella gestione dell’azienda. Contestualmente, ne tutela il futuro evitando che eventuali contenziosi erodano il patrimonio accumulato dall’imprenditore nel momento in cui si aprirà la sua eredità.
Dunque, vediamo cosa sono e quali caratteristiche presentano i patti di famiglia, sia da un punto di vista pratico che giuridico, per capire meglio come possano esserti utili.
Cos’è il patto di famiglia
L’Italia è un paese di imprenditori. Basta guardarsi intorno per capirlo. Il nostro tasso di imprenditorialità è tre volte superiore alla media europea. Piccole e medie imprese sono il motore della nostra economia e contribuiscono a creare benessere e occupazione.
Tuttavia, le nostre imprese stanno giungendo a un naturale avvicendamento generazionale e il cambio di guida crea spesso notevoli criticità. Minacce che possono gettare ombre anche sul futuro di realtà solide e fiorenti. Servono lungimiranza e strumenti giuridici adeguati.
Il patto di famiglia è un atto pubblico che deve essere stipulato dal notaio, a pena di nullità. Si tratta di un contratto plurilaterale, inter vivos, con effetti reali, che rientra nell’ambito degli atti a titolo gratuito e definito dall’art.768 bis del Codice civile come:
“[…] contratto con cui, compatibilmente con le disposizioni in materia di impresa familiare e nel rispetto delle differenti tipologie societarie, l’imprenditore trasferisce, in tutto o in parte, l’azienda, e il titolare di partecipazioni societarie trasferisce, in tutto o in parte, le proprie quote, ad uno o più discendenti”.
Dunque, il patto di famiglia è uno strumento che consente all’imprenditore di assicurare la sopravvivenza dell’azienda e porre le basi per garantirne la continuità. Ma tale continuità presuppone consapevolezza. È necessario capire che il desiderio di chi è stato protagonista non sempre può conciliarsi con le aspettative di chi subentrerà. Specialmente se quest’ultimo è già in azienda e contribuisce da anni alla sua crescita.
Inoltre, anche i tratti distintivi della famiglia in generale sono cambiati. Possono manifestarsi situazioni particolari, come nel caso di eredi legittimi ma da matrimoni diversi, a seguito di un divorzio. Oppure, situazioni in cui siano manifeste esigenze antagoniste e valutazioni divergenti tra gli eredi che dovrebbero prendere la guida dell’impresa.
Sono tutte criticità che possono rendere più complessa la trasmissione dell’azienda e della governance. Dovrebbero essere affrontate per tempo, evitando dispute legali che potrebbero ledere il valore economico dell’impresa.
Caratteristiche del patto di famiglia e soggetti coinvolti
Il patto di famiglia può essere utilizzato in qualsiasi contesto aziendale, a prescindere che si tratti di imprese grandi, medie o piccole e dalla loro struttura, come società per azioni, imprese individuali, ecc.
All’atto notarile devono parteciparvi coloro che sono i legittimari. Dunque, oltre all’imprenditore e ai figli beneficiari (assegnatari), dovranno essere presenti il coniuge e tutti i soggetti che avrebbero la qualifica di legittimari se, in quel momento, si aprisse la successione testamentaria dell’imprenditore.
Quindi, i patti di famiglia devono poter consentire di:
- individuare uno o più discendenti dell’imprenditore ritenuti idonei a proseguirne l’attività;
- trasferire ai discendenti l’azienda o eventuali partecipazioni societarie;
- liquidare i diritti economici dei legittimari che non condurranno l’azienda o a cui non saranno assegnate quote di partecipazione, a meno che questi non vi rinuncino, in tutto o in parte.
La liquidazione ai legittimari, non assegnatari dell’azienda, può avvenire anche in natura, ovvero ricevendo beni al posto del denaro. In questo caso, tali beni sono da ritenersi un anticipo delle quote di legittima a loro spettanti.
Naturalmente, il patto di famiglia può avere a oggetto anche il solo trasferimento del ramo d’azienda. Ovvero, l’imprenditore mantiene il diritto di usufruire dell’azienda e l’erede assegnatario ne consegue la nuda proprietà fino alla sua dipartita.
All’apertura della successione dell’imprenditore, se sono presenti nuovi soggetti legittimari, come figli di un secondo matrimonio o un nuovo coniuge, questi potranno chiedere ai beneficiari il pagamento della loro quota di legittima.
Il patto di famiglia può essere sciolto o modificato dai soggetti che hanno partecipato alla sottoscrizione del contratto. Dunque, è possibile riformulare e stipulare un nuovo atto pubblico, oppure scioglierlo, se è prevista la clausola di recesso nel patto di famiglia in essere.
Aspetti fiscali del patto di famiglia
I trasferimenti di aziende, o rami di esse, a favore dei discendenti e del coniuge sono esclusi dal pagamento delle imposte di successione e donazione come normato dall’articolo 3, comma 4-ter. del Testo unico del 31/10/1990 n.346. Lo stesso vale anche nel caso di persone facenti parte di una unione civile incluse nel patto di famiglia.
Tuttavia, il riconoscimento dell’esenzione è ammesso solo se gli aventi causa proseguono l’esercizio dell’attività d’impresa. Oppure, se ne detengono il controllo per un periodo non inferiore a cinque anni dalla data di trasferimento.
Ma attenzione, l’articolo 3, comma 4-ter. del Testo unico del 31/10/1990 n.346 ai fini del riconoscimento dell’esenzione, specifica alcune distinzioni tra società di persone e società di capitali. Ovvero, se il trasferimento riguarda:
- quote sociali in società di persone, non è richiesto che le partecipazioni trasferite siano idonee ad assicurare il controllo della società;
- quote sociali o titoli azionari in società di capitali, è richiesto che la partecipazione oggetto di trasferimento consenta di acquisire la maggioranza dei voti esercitabili nell’assemblea ordinaria (art. 2359, comma 1 c.c.).
Nel caso di mancato rispetto delle condizioni per l’esenzione fiscale i benefici decadono. Di conseguenza, sarà dovuto il pagamento delle imposte di successione e donazione, oltre a una sanzione amministrativa e ai relativi interessi di mora.
Tutela la tua azienda pianificando il passaggio generazionale
Approcciare l’argomento del passaggio generazionale non è mai semplice. Nessuno vorrebbe pensare a quando non ci sarà più e lasciare nelle mani di altri la propria “creatura”, frutto di tanto sacrificio.
Tuttavia, proprio per cercare di tutelare l’azienda ed essere sicuri di gestire il passaggio generazionale al meglio, occorre organizzarsi per tempo, quando ancora non è una necessità reale. Il patto di famiglia è uno strumento idoneo a perseguire lo scopo, ma non è il solo.
Affidati a un private banker. Un consulente finanziario di comprovata esperienza può assisterti e aiutarti ad acquisire le informazioni necessarie a pianificare una successione d’impresa priva di rischi.
Contattami senza impegno e richiedi la tua consulenza gratuita. Analizziamo insieme la tua situazione patrimoniale e sviluppiamo una strategia finanziaria personalizzata per salvaguardare il futuro della impresa.