
A condizione che l’investitore abbia un orizzonte temporale di lungo termine, l’asset class dei private markets è in grado di creare valore ed efficientare il profilo di rischio/rendimento del portafoglio attraverso le sue caratteristiche di decorellazione rispetto i mercati tradizionali.
La caratteristica principale dei mercati privati è la creazione di valore, al suo interno la strategie sono molto diverse ed è fondamentale diversificare, ad esempio anche la singola annata.
Negli ultimi dieci anni si è registrata un’espansione enorme del private marktes, con 6,4 trillioni di dollari investiti, ed una raccolta nel 2019 che ha raggiunto quasi 1.000 miliardi.
Uno tra i segmenti più caratteristici del mercato privato, soprattutto dal punto di vista dell’azionario, è il venture capital, ma in generale i private markets comprendono strumenti di private capital e asset reali. All’interno degli strumenti di private capital si distinguono: private debt, private equity e venture capital. Per quanto riguarda gli asset reali invece i settori più interessanti sono: infrastrutture, immobiliare e risorse naturali.
Gli istituzionali rappresentano storicamente i principali investitori di questa asset class. L’università di Yale ad esempio ha circa l’80% dei propri investimenti in private markets.
Ecco le varie tipologie di strategia nei mercati privati: investimento diretto nel capitale aziendale, permette da un lato di poter influire nelle decisioni aziendali senza commissioni, ma dall’altro richiede competenze specifiche e grandi capitali con il rischio di un’eccessiva concentrazione; fondo, permette di distribuire il capitale su più investimenti, ma la selezione di un gestore inadeguato può causare perdite considerevoli; fondo di fondi multi-manager, permette una maggiore diversificazione su gestori e investimenti, ma ha commissioni importanti.