Propensione Al Rischio Cos’è Risk Appetite Framework

La propensione al rischio è la capacità di compiere un’azione nella consapevolezza che il risultato atteso dipenderà comunque da un elemento aleatorio, anziché decidere di non agire. Ma a tutto c’è un limite. Quello che istituti bancari e aziende non devono superare, è definito attraverso il Risk Appetite Framework (RAF).

Cos’è il RAF? È un sistema di riferimento che stabilisce il perimetro ex ante dell’area di rischio entro cui le banche intendono muoversi. In pratica, è uno strumento di governance del rischio che delinea i limiti operativi per raggiungere gli obiettivi strategici nel lungo periodo.

Ma chi ha introdotto i principi del Risk Appetite Framework? Quali sono gli indicatori per garantire che l’attività si sviluppi entro i perimetri di rischio prefissati? E qual è il suo impatto sui processi aziendali? Scopriamolo.

Cos’è il Risk Appetite Framework (RAF)

Il Risk Appetite Framework (RAF) è un processo di gestione aziendale che definisce la propensione al rischio consapevole. Ovvero, consente di delineare i limiti entro cui agire per raggiungere gli obiettivi prefissati in base al proprio modello di business, mirando a garantire un’adeguata assunzione dei rischi.

L’obbligo di definire un Risk Appetite Framework è stato introdotto nell’ordinamento italiano con l’aggiornamento della Circolare 263/06 di Banca d’Italia in data 2 luglio 2013 e successive modifiche: Nuove Disposizioni di Vigilanza Prudenziale per le Banche. Mentre a livello europeo trova emanazione da parte del Financial Stability Board (FSB) con 2 documenti:

  • Thematic Review on Risk Governance – 12 febbraio 2013.
  • Principles for an effective Risk Appetite Framework – 18 novembre 2013.

Dunque, in tale contesto regolamentare, il RAF definisce gli obiettivi di rischio degli istituti bancari e rappresenta il quadro di riferimento per definire:

  • propensione al rischio;
  • soglia di tolleranza;
  • limiti dei rischi;
  • policy di risk governance.

Sono parametri individuati dagli stessi istituti di credito a partire dall’analisi del modello di business e dalla strategia, per stabilire il rischio massimo che la banca è in grado di assumere.

Quindi, il RAF è una sorta di perimetro, definito attraverso appositi indicatori, entro cui muoversi sapendo di correre rischi calcolati. Ovvero, finanziariamente sostenibili. Ma si tratta comunque di un approccio dinamico e in continua evoluzione, per adattarsi al variare delle esigenze organizzative e degli obiettivi di business.

Inoltre, essendo il RAF un processo di programmazione, realizzazione e controllo, richiede che siano identificati anche i ruoli delle funzioni aziendali coinvolte, affinché sia possibile attribuire le specifiche responsabilità in capo agli organi apicali.

Elementi essenziali del Risk Appetite Framework

Il Risk Appetite Framework sancisce il massimo livello di rischio che la realtà aziendale è disposta ad accettare nel perseguimento dei propri obiettivi. Nonché definisce le attività necessarie a garantirne l’efficienza e l’efficacia nel tempo, in coerenza con il modello di business e il piano strategico sviluppato.

Dunque, la propensione al rischio viene definita attraverso l’identificazione di specifiche risk metrics, che determinano le soglie di tolleranza, assicurando la sostenibilità nel medio-lungo periodo.

Ogni metrica è coordinata e inserita nel più ampio contesto del processo interno ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process). Perciò, richiede di essere monitorata attraverso strategie di analisi, gestione e reporting adeguate, per consentire di individuare con tempestività eventuali discordanze rispetto al profilo di rischio definito.

Quindi, il Risk Appetite Framework deve essere personalizzato in base alle caratteristiche della banca e integrare al suo interno adeguati indicatori, valutati con coerenza:

  • Risk Capacity (massimo rischio assumibile) – livello massimo di rischio che una banca o azienda è in grado di assumere senza che ne venga compromessa la continuità, i requisiti regolamentari e altri vincoli imposti dagli azionisti o dall’autorità di vigilanza.
  • Risk Appetite (obiettivo di rischio) – livello di propensione al rischio complessivo, che la banca intende assumere per perseguire i suoi obiettivi strategici.
  • Risk Tolerance (soglia di tolleranza) – devianza massima consentita dal risk appetite, in modo da assicurare margini sufficienti per operare anche in condizioni di stress finanziario, entro il livello di risk capacity.
  • Risk Profile (rischio effettivo) – misura il livello di rischio a cui la banca risulta essere esposta in un certo periodo con la metrica di analisi adottata.
  • Risk Limits (limiti di rischio) – obiettivi di rischio articolati in limiti operativi, definiti per tipologie di rischio unità e/o linee di business, linee prodotto, tipologie clienti e legal entities.

In definitiva, il RAF ha l’obiettivo di garantire che l’attività di business si sviluppi entro i limiti di rischio fissati. Fornendo anche possibili scenari operativi, consente di orientare i comportamenti in situazioni di stress attraverso best practice adeguate e condivise.

A livello strategico, gli obiettivi di rischio/rendimento e i relativi indicatori devono essere stabiliti con un approccio top down e preventivo, allo scopo di monitorare il livello di rischio assunto. Mentre a livello operativo richiedono un approccio botton-up e di monitoraggio continuo.

5 pilastri nella definizione della propensione al rischio

Nel processo di definizione del Risk Appetite Framework è necessario prendere in considerazione diversi aspetti, per adeguarlo alle necessità aziendali, tra cui:

  • quadro normativo di riferimento;
  • fattori che caratterizzano il contesto operativo nel quale l’azienda opera.

Quindi, l’adozione di un RAF efficace, che consenta una corretta definizione della propensione al rischio e permetta di agire in modo proattivo nella gestione del rischio, dovrebbe considerare questi 5 pilastri:

  • RAF forward looking – definire il RAF con una visione prospettica (almeno 3 anni) considerando le tipologie di rischio coerenti con piano e obiettivi strategici, budget, capital allocation, esigenze della clientela, ecc.
  • Stress test – mettere in evidenza la consapevolezza e i limiti della propensione al rischio in azienda, per determinare le soglie di risk appetite, risk tolerance e risk limits, con adeguati stress test effettuati su tutti i rischi rilevanti e necessari a fissare soglie coerenti con il risk profile.
  • Coerenza delle operazioni di maggior rilievo – nella definizione del RAF bisogna tenere in considerazione le soglie delle operazioni di maggior rilievo identificate, per monitorare e correggere i processi quando necessario.
  • Data model – implementare strumenti di gestione delle informazioni, in grado di raccogliere, esplicitare e rendere facilmente fruibili tutti i dati in un modello applicativo efficace ed efficiente.
  • Vincoli normativi – deve considerare i vincoli normativi, come capital requirements, leverage ratio, liquidity ratios, ecc. Nonché, garantire comunicazione e trasparenza sul fronte del risk management.

In sintesi, il RAF è lo strumento che concilia rischi qualificabili e rischi difficili da qualificare, sia quantitativamente che qualitativamente, attraverso il principio di proporzionalità. Se articolato nel modo corretto, fornisce le informazioni prospettiche che consentono di sviluppare strategie coerenti con gli obiettivi di business. Nonché, piani operativi efficaci per rispettare la propensione al rischio e guidare la crescita dell’azienda.

Propensione al rischio consapevole: come anticipare e risolvere i problemi che verranno

La crisi finanziaria del 2007-2008, segnata sia da criticità legate alla liquidità e solvibilità di banche e Stati che dalla scarsità di credito alle imprese, ha portato allo sviluppo di un approccio diverso nella propensione al rischio.

Come imprenditore dovresti considerare lo studio di un Risk Appetite Framework per tracciare i confini dell’area di rischio entro cui l’azienda desidera muoversi. In questo modo, puoi disporre di uno strumento che ti consenta di agire con lungimiranza e proattività sulla base di dati prospettici, per tutelare il patrimonio aziendale mediante una migliore gestione del capitale e della liquidità.

Lo sviluppo di un modello di Risk Appetite è pervasivo e implica il coinvolgimento di diverse strutture aziendali, i cui ruoli devono essere ben definiti rispetto all’impresa e alla sua governance. Dunque, consente il rafforzamento di una cultura del rischio all’interno della società, attraverso un approccio strutturato e prospettico. In questo modo, l’azienda è pronta ad affrontare le avversità e ad agire con responsabilità anche nell’ottica di un passaggio generazionale.

Un consulente finanziario esperto può aiutarti ad acquisire le informazioni necessarie per definire la propensione al rischio dell’azienda. Puoi pianificare una strategia finanziaria personalizzata in funzione del contesto in cui operi e degli obiettivi da raggiungere, consapevole della massima propensione al rischio.

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