
La ricerca delle migliori soluzioni per proteggere il patrimonio personale e familiare è una delle azioni più importanti a cui pensare per garantirti un futuro sereno. Il trust è uno strumento giuridico che ha proprio lo scopo di tutelare i beni che ti appartengono. Affidandoli a soggetti terzi, senza cederne la proprietà o il godimento, ti permette di salvaguardare i tuoi averi.
Sono molteplici le ragioni che possono indurti a costituire un trust. Variano a seconda del contesto in cui ti trovi e dello scopo che vuoi raggiungere. Ad esempio, se sei un imprenditore, o un libero professionista, e vuoi tutelare il patrimonio dai possibili rischi derivanti dal tuo lavoro, puoi farlo affidandolo a un fiduciario.
Ma c’è molto di più. La sua versatilità lo rende un istituto efficace e applicabile anche in contesti di successione e tutela delle persone più deboli. Dunque, cerchiamo di capire meglio cos’è, a cosa serve e come funziona il trust.
Cos’è il trust
Il trust è un negozio giuridico che trova fondamento nei sistemi di Common Law di origine britannica. Dunque, non è un istituto tipico dell’ordinamento italiano, ma è possibile disporne grazie alla Convenzione Aja del 1985, entrata in vigore il 1° gennaio 1992. Anche se, non tutte le sue possibili applicazioni sono recepite anche in Italia.
Il trust può essere istituito sia da persone fisiche che da enti e società. In pratica, consente di tutelare il tuo patrimonio, o parte di esso, trasferendone la gestione a un terzo individuo, denominato trustee, o fiduciario. Quest’ultimo, acquisisce tutti i diritti che possiedi sui beni inclusi nel trust, ma non può farne ciò che vuole, deve amministrarli in base a quanto pattuito.
Nello specifico il trust può essere orientato verso 2 differenti obiettivi:
- finalizzato al sostegno dei beneficiari stabiliti – possono essere “beneficiari del reddito”, ovvero degli utili derivanti dai beni del trust, oppure “beneficiari del patrimonio o finali”, se godono dei beni devoluti solo al termine della validità dell’Atto istitutivo;
- stipulato per raggiungere uno scopo preciso – in questo caso, parliamo di trust liberale, se orientato alle esigenze personali o familiari, oppure commerciale, se adottato per tutelare il patrimonio dai rischi generati dall’attività imprenditoriale.
Essendo uno strumento giuridico molto versatile, esistono diverse tipologie di trust orientate a soddisfare svariate situazioni. Tuttavia, occorre essere consapevoli che in Italia alcune di queste non sono ammesse, poiché prevalgono questioni fiscali e di trasparenza.
Ad esempio, il “trust autodichiarato”, dove puoi nominare te stesso come beneficiario, o il “trust opaco”, dove le disposizioni nell’atto non sono conoscibili, sono due soluzioni non riconosciute dall’ordinamento italiano. Dunque, se devi istituire un trust, a prescindere dal motivo che ti spinge a farlo, affidati sempre a un consulente finanziario esperto.
Ora, vediamo nello specifico quali sono tutte le figure coinvolte nel trust e il ruolo che ricoprono, con diritti e doveri connessi.
I soggetti coinvolti nel trust
I soggetti coinvolti nel trust sono solitamente 2, settlor e trustee. Ma a questi possono aggiungersi altre 2 figure: il beneficiario e il guardiano. Analizziamoli.
Il Settlor (Disponente)
Detto anche disponente, il settlor è colui che decide di conferire nel trust i suoi beni, o parte di essi, con lo scopo di separarli dalla sfera patrimoniale. Dunque, decide quali siano i beni materiali o immateriali oggetto del trust, ne stabilisce le regole e l’obiettivo, sia esso orientato a dei beneficiari, oppure a uno scopo. Infine, il settlor sceglie il fiduciario (trustee) a cui cedere la titolarità dei beni, avvalendosi di un atto, oppure del testamento.
Il trustee (Fiduciario)
Detto anche fiduciario, il trustee è colui che amministra i beni, secondo le regole e per il tempo stabilito nel trust. Può essere una persona di fiducia, un familiare del disponente, oppure una società fiduciaria.
Nonostante sia titolare dei beni disposti dal settlor, il fiduciario è tenuto a rispettare specifici obblighi e doveri: non può disfarsene, né usarli per scopi personali. Nel caso di morte o rinuncia alla carica, il fiduciario può essere sostituito. Inoltre, se preventivamente concordato, è utile ricordare che è ammessa anche la nomina di più fiduciari.
Il beneficiario
Il beneficiario gode degli interessi derivanti dal trust e ne percepisce i frutti. Se previsto, può diventare titolare del patrimonio affidato dal disponente al fiduciario, nei tempi stabiliti nell’atto. Nel caso riscontri delle inadempienze da parte del trustee, può agire in giudizio per privarlo del suo potere e sostituirlo.
La figura del guardiano
Il guardiano, detto anche protector, è un soggetto non obbligatorio, che può essere nominato dal disponente o dai beneficiari. Può avere poteri più o meno ampi, a seconda di quanto deciso nell’Atto istitutivo.
In particolare, il guardiano vigila sull’attività del trustee, affinché segua comportamenti in linea con le finalità del trust. Il suo scopo è quello di tutelare l’interesse dei beneficiari e di accertare che sia rispettato il volere del disponente. Nel caso riscontri attività non congrue, il guardiano può addirittura destituire il fiduciario e assumerne l’incarico.
Trust: costi e regime fiscale
Nulla è gratuito a questo mondo. Dunque, anche costituire un trust avrà un impatto economico sulle tue finanze. Le voci principali da considerare riguardano i costi per:
- istituire il trust – dipendono dagli accordi economici tra disponente e fiduciario;
- trasferire i beni – variano a seconda delle imposte applicate alle diverse tipologie di beni;
- imposte – sono legate al regime fiscale applicato al trust.
Il regime fiscale relativo al trust è soggetto alle dinamiche di stipula dell’istituto e dei beni che lo compongono. Dunque, potrebbe comprendere:
- imposta di registro – prevista nel caso di atto pubblico o scrittura privata autenticata;
- imposte di donazione o di successione – nel caso il trust sia contenuto nel testamento;
- imposte ipotecaria e catastale – se i beni trasferiti sono immobili e diritti reali immobiliari (usufrutto).
Quando avviene il trasferimento di beni, a seconda se il disponente sia una persona fisica o un imprenditore, è prevista l’applicazione delle regole in materia di IRPEF e IVA. Allo stesso modo, sono contemplate le agevolazioni correlate alle diverse casistiche.
Ad esempio, se i beneficiari sono soggetti disabili, e il trust rientra nell’atto di successione o donazione, hanno diritto all’esenzione delle imposte. Tutto dipende dai benefici correlati al trust, dalla tipologia di beni contenuti e dalla presenza di eventuali disposizioni.
A cosa serve il trust: ambiti d’impiego
Abbiamo visto che il trust è un istituto molto eclettico. Dovrai fare attenzione alle diverse dinamiche che entrano in gioco in base al contesto e agli obiettivi che ti sei posto.
Tra gli utilizzi più frequenti, il trust trova impiego in diverse casistiche:
- protezione di beni immobili – essendo gestiti dal trustee, i beni escono dal tuo patrimonio e non sono soggetti a eventi pregiudizievoli. Ecco perché il trust è spesso istituito per separare i beni del patrimonio personale da quello aziendale;
- tutela di minori o di persone diversamente abili – il trustee può amministrare e preservare i tuoi beni sottraendoli dalla disponibilità di questi soggetti;
- in ambito di successione – il trust consente di evitare che il tuo patrimonio venga sgretolato dagli eredi, se ritenuti ancora incapaci di amministrarlo.
Ricapitolando, il trust è particolarmente utile in caso di successione, tutela dei soggetti più deboli e nella pianificazione finanziaria degli interessi familiari o aziendali. Oppure, come strumento di garanzia in caso di fideiussioni.
Trust: un efficace strumento di protezione del patrimonio
Il trust è, senza dubbio, un ottimo strumento per salvaguardare il tuo patrimonio. Tuttavia, trova impiego in diversi ambiti ed è facile fare confusione. Anche se in Italia è considerato legittimo, l’ordinamento nazionale non lo regolamenta direttamente. Perciò, se necessario, dovrai ricorrere alle giurisdizioni che prevedono una specifica disciplina. La possibilità di fare scelte errate è molto alta.
Viste le numerose applicazioni e le dinamiche connesse a ciascun ambito d’impiego, è fondamentale affidarsi a un consulente finanziario esperto. Un private banker di comprovata esperienza può aiutarti a trovare le soluzioni più adatte a tutelare il patrimonio e il benessere della tua famiglia.
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